mercoledì 8 dicembre 2010

Azzurro, bianco e giallo rosato


In giornate come questa, camminando intorno alle 11 e mezza per le stradine di Ålidhem (quelle un po' meno popolate, più segrete e di invito alla meditazione), un sentore magico e prezioso mi travolge.
Il freddo è parte dello scenario e in questi momenti non potrei farne a meno, diventa stupendo avere le mani congelate e il viso frizzante.
Il silenzio è surreale (in venti minuti di passeggio ho solo incontrato una signora che portava a spasso due levrieri, e Anders di ritorno in bici dal bosco, probabilmente un allenamento mattutino).
I colori sono quel che è di più incredibile: il cielo è di un azzurro cristallino, gli alberi sono alti e bianchi, e sulle cime cresce l'oro rosato dei riflessi del Sole.

giovedì 2 dicembre 2010

Freddure da pinguini


Se ridi sei proprio un pinguino...
 

I ricordi

Basta chiudere gli occhi e sono a migliaia di chilometri di distanza.
Sono sul viadotto nei pressi di Genova, sul sedile posteriore di una Passat grigio metallizzata, in un viaggio che secondo gli adulti dura 3 ore circa, ma per me è un'eternità in cui non so che fare.
Mia mamma è tesissima perchè ha paura che cadiamo giù dal ponte altissimo, io sono felice perchè ho intravisto finalmente il mare, mia sorella è piccola e ha al braccialetto i polsini verdi e con strisce rosa e gialle per non soffrire la macchina, mio papà guida sulle note degli Audio 2 (in questo momento sta suonando "Alle venti").
Poi c'è l'ultimo casello, tornanti nella vegetazione ricca delle colline e - alleluja! - siamo a scaricare davanti a casa valigie e valigie.
Inizio a sentire un'eccitazione fortissima, chiedo che ora è e spero che in un impeto di pazzia mamma e papà decidano di farci fare, a me e Giulia, il bagno oggi pomeriggio e non domani mattina, come stabilito dal regolamento delle vacanze a Santa Margherita.
Provo a insistere fino allo sfinimento ma non ce n'è, il bagno si farà domani.
E poi si aspetta un'ora che la mamma sistemi i vestiti negli armadi, che papà pulisca il balcone; io e giulia stiamo sul divano senza fare un granchè, con un'espressione un po' disperata, a sottolineare che l'unico senso della vita era andare a fare il bagno, per questo si va al mare.
Però poi dopo quell'ora di infelicità, si fanno per la prima volta le scalette per scendere in paese e si passa, come previsto dal regolamento delle vacanze a Santa Margherita, a comprare la focaccia di Pinamonti.
E' incredibile ma l'odore di quella focaccia divina lo posso sentire fin da quassù.
Poi si compra un po' di buone pesche dal fruttivendolo che fa angolo, le lasagne al pesto e fagiolini che non mi fanno impazzire ma le avessi ora qua le sbranerei, e mio papà lancia qualche imprecazione sul costo dei meloni che ogni anno "quei ladri" alzano brutalmente.
Si consuma una cenetta che ha un qualcosa di strano, un qualcosa di nuovo, forse per lo spostamento, o forse perchè una prima mezza giornata al mare senza bagno lascia un po' l'amaro in fondo, sotto le lasagne e la focaccia.
Il mattino dopo, sveglia sudata nelle lenzuola a grosse righe blu e sembra incredibile essere al mare la famosa mattina del bagno concordato e promesso dal regolamento!
La prima mattina a Santa Margherita c'è sempre il sole, quindi è ovvio che si vada a trovare Matteo e prendere la cabina ai Bagni Rosa ("Dottore!!! Quest'anno le ho riservato lottando coi denti e le unghie un posticino in prima fila! Della ritoccatina ai prezzi parliamo poi con comodo ...").
La sensazione della prima entrata dell'anno ai Bagni Rosa è sempre stranissima.
Perchè è un posto in cui ho passato un mese ripetutamente per anni prima, e che quindi conosco benissimo, però all'improvviso mi sento così estraneo: come se tornassi a casa tua e ci trovassi molte persone che non conosci.
Si rivedono i vecchi amici estivi (quest'anno pokemon o flirtatine con le ragazze dei Bagni Rosa / Bagni La Valletta ?), e tutto inizia a prendere un equilibrio di vacanza.
I compiti che ogni tanto appesantiscono lo stomaco, i bagni dopo pranzo attesi per delle eternità, le 500 lire per giocare a Metal Slug, il pinguino (!) al melone alla Gelateria Centrale, il giretto a Portofino (giorno in cui sono triste perchè volevo andare ai Bagni Rosa e stare coi miei amici. in realtà sono di un umore nero che più nero non si può), il negozio di giocattoli che guardo con occhi giganti ogni mattina, le nuotate alla boa rosa, e mille altri gioiellini di ricordi inscatolati in meno di un millimetro cubo da qualche parte sotto questi capelli.

domenica 28 novembre 2010

Domenica placida e tranquilla

 Nell'ottica di combattere le sempre meno ore di luce, oggi ho messo la sveglia alle 7.
Appuntamento con Kaan alle 8 davanti all'IKSU e allenamento tonico palestra+piscina (con ovviamente jacuzzi e sauna a seguire, altrimenti che domenica sarebbe!).
Ore 11 colazione turca a casa di Kaan e di filato un bel paio d'ore di Atomic and Molecular Physics.


Dopodichè ricambio con pranzo all'italiana ( =ovviamente pasta) e imparo a la gestualità turca:
solitamente all'arbitro si tende a urlare contro mettendo le mani giunte dietro la testa, il che significa "Arbitro, beccati sta testa nel ...", invece frapponendo il pollice tra l'indice e il medio si manda a fare in ..., e infine, cosa decisamente curiosa, se il pollice viene invece frapposto tra medio e anulare significa "Camionista, fai attenzione che hai una pietra incastrata nelle ruote" (Ve lo giuro, è vero. Controllate e mi crederete).
Alchè altre 3 belle ore di studio, stavolta di Fisica Nucleare e Subnucleare (esame che devo dare a Torino a dicembre), fika a sorpresa alle 18.30 dove Anders mi informa che ha un secondo paio di scarponi della mia misura e anche un paio di sci, quindi andremo a fare sci di fondo insieme (mi sa che ci faremo un bel ... perchè lui è un vero infognato di sport. Solo per farvi capire: se prendete il ponte per andare downtown che è lungo e con una gran pendenza, ma soprattutto sottoriscaldato quindi senza neve, vedrete quel matto di Anders allenarsi come un disperato di corsa su e giù su e giù su e giù).
Nel frattempo in questi giorni si pone un problema fondamentale e filosofico: sempre Anders mi ha detto che se uso la calzamaglia prima che la temperatura scenda sotto i -20°, non sopravviverò all'inverno, allora io sto virilmente resistendo.
Tuttavia, pur essendo solo -17°, la temperatura percepita segnalata causa vento e umidità è di -22/23°: sono autorizzato a mettere la calzamaglia?
Non oso chiedere ad Anders con timore che da gran maestro del gelo giochi al ribasso e mi imponga un minimo di -25°.
Comunque al momento si sopravvive e benone.

Ah, vi lascio con una piccola delizia di immagine: le montagnole che si formano sopra i sellini.


giovedì 25 novembre 2010

Il Capitano Paf

Il Capitano Paf non sapeva di essere un capitano, nè tantomeno di poter guidare una nave.
Una sola volta aveva visto il mare, quando era bambino. Suo padre, che era in visita a una vecchia zia vicina a varicare il confine tra l'essere e il non essere, aveva portato con lui il piccolo Paf mostrandogli il grande blu.
La vecchia zia si spense in un misterioso nulla quella stessa notte.
Paf era piccolo, non capì dove le persone andavano quando chiudevano gli occhi per l'ultima volta.
Aveva occhi grandi e colorati, capaci di assorbire tutto il mondo.
Il suo corpo crebbe come quello di ogni altro ragazzo, le sue idee purtroppo pure.
Capì che non è vero che quando le persone muoiono vanno sulle nuvole e che non è vero che quando nevica ci stanno salutando.
Paf aveva amici che credevano nel paradiso, altri che non se ne preoccupavano.
Tutti si erano creati o avevano comprato una risposta a forma di cubetto di lato sì e no 20 cm, con cui si alzavano al mattino, si sciacquavano la faccia, facevano colazione e tutto quanto.
Paf all'inizio non voleva comprarsi nessuna scatoletta, diceva che poteva farne a meno di una stupida scatoletta, ma tutti tutti quanti ne avevano una, così iniziò per la legge del contesto, a prenderne in prestito una qua, assaggiarne una là, dissezionarne un'altra su e giù.
Dell'infinità di fotoni che avevano colpito i suoi grandi occhi in tutta la sua vita, furono quelli di un breve momento a dargli la liana per saltare dall'albero addobbato di scatole su cui abitava: Paf si ricordò di aver visto il mare, quella volta, quando era bambino.

Oggi il Capitano Paf scivola con la sua piccola barca nel grande blu, blu infinito, e non incontra nessuna scatola nel suo viaggio senza meta, perchè le scatole non sanno nuotare.

giovedì 11 novembre 2010

° Update

Mi è stato riferito oggi da fonti attendibili (Louise, mio corridoio), che questo sarà:

il più freddo
  inverno
   degli
    ultimi
     100
        anni
                !  


Ma noi mica ci spaventiamo per questo.
Per curiosità, è sopravvissuto qualcuno all'inverno di 101 anni fa?



Snowfun

Stasera ho lanciato l'idea di un post-cena a base di frutta intinta in cioccolato fuso ed è stato un golosissimo successo.
Nel mentre ho buttato l'occhio fuori dalla finestra e un po' di gente stava costruendo un igloo di neve.
L'istinto è stato irresistibile: calzamaglia, giacca da sci, guanti e cappello.
Via si parte.
Bob, muri di neve e ovviamente pupazzi di neve.
Artis c'ha una tecnica incredibile e ne è venuto fuori in pochi minuti un pupazzo veramente gigante.
Vedere le foto.










domenica 7 novembre 2010

Min fika


Eh sì, siamo proprio un bel corridoio.
Ogni due settimane ci facciamo una fika insieme, ci si aiuta quando è necessario, teniamo cucina, sala da pranzo e corridoio puliti e si incrocia sempre qualche discorso piacevole a pranzo e a cena.
La foto che vedete sopra è la "min fika" (scriverlo in italiano avrebbe destato qualche cruccio): marmellata di fragole di Hanne, biscotti di Ica (è un supermercato..), caffè, succo di mele, succo ai mirtilli e poi il mio gioiellino.
Quella non è una torta qualunque, è la mia prima torta!
Ho dovuto affrontare in progressione crescente compiti ardui, del tipo trovare lo zucchero a velo nel supermercato (grado di difficoltà 1/5), sciogliere il cioccolato fondente (2/5), separare gli albumi dai tuorli (2/5 nonostante all'inizio non avessi grandi speranze) e infine "montare a neve" (4/5 non avevo la più pallida idea di come avrei fatto).
Ebbene nonostante tutto sono rimasto io stesso stupito, il risultato è stato eccellente: pareva una torta.
Quanto alla decorazione, "3G" è il nostro corridoio di Fysikgränd.
Nonostante la torta possa sembrare una semplice torta al cioccolato, nasconde all'interno un cuore cremoso e cioccolatoso che sono sicuro vi sorprenderebbe (tutto merito dei gran consigli culinari della mia suor germana di fiducia, sempre pronta ad assistermi con un sms in tempo reale sciogliendo ogni dubbio).
Allego qui sotto la ricetta in caso foste curiosi di provare (so che avete probabilmente altro da fare che cucinare torte, ma è estremamente rilassante, basta scegliere il disco giusto).

Apro una parentesi sulla Cleaning Week, forse mai citata prima.
La Cleaning Week, o anche conosciuta come The "I keep this place clean" list, nasce come risposta alla domanda "Ma come mai il vostro corridoio non è un porcile?".
Ogni settimana a rotazione uno di noi è incaricato di tenere pulito i fornelli, il tavolo, i ripiani della cucina, svuotare la spazzatura (le 4 differenziate, quella del cibo e quella del "non-so-di-che-è-fatto-questo"), passare l'aspirapolvere nel corridoio e in cucina, lavare il pavimento del corridoio e della cucina, pulire il forno, il microonde, etc. etc.
In tutto ciò vige sempre una regola aurea: cerca di lasciare un poco più pulito di come hai trovato. Questa regola è veramente magica e costruttiva (mentre l'inversa porta al collasso del sistema su stesso).
Sembra una stupidaggine, pare solo un semplice passare lo straccio qui e là, ma è la chiave per vivere bene nella società.
Dai e ti sarà dato diceva qualcuno.
Buon inizio settimana, io domani inizio 2+1 nuovi corsi (2 qui in Svezia e 1 che preparo a distanza) tutti a base di meccanica quantistica: sono chiaramente eccitato!




TORTA CIOCCOLATINO

200 g di cioccolato fondente
200 g di zucchero
200 g di burro
4 uova
1 pizzico di sale
4 cucchiai di farina
zucchero a velo o cacao amaro
sciogliere in un pentolino il cioccolato fondente con qualche ciucchiaio di acqua
aggiungere il burro e lo zucchero e amalgamare il tutto sul fuoco a fiamma bassissima
fino ad ottenere una crema
lasciare raffreddare un pò la crema ottenuta poi incorporare i rossi d'uovo
montare i bianchi d'uovo a neve con la frusta e aggiungere anche questi delicatamente
infine unire il sale e la farina
versare il composto in una teglia meglio se fodereata di carta forno
la torta è molto delicata si rompr facilmente
mettere in forno a 180 gradi per 20 minuti circa
una volta cotta e raffreddata cospargere con zucchero a velo o cacao amaro
se si rompe presentarla a quadrotti piccoli tipo cioccolatini

Nordkapp, Parte 4 di 5: Finalmente..

71° 10' 21"

Nordkapp, Parte 3 di 5: Un ultimo sforzo

L'approdo alla BARENTS Cabin


Come al solito, non dimenticate il tutto schermo e le casse...

Look Into The Air - Ian Murray






http://www.barentscabincruise.com

domenica 31 ottobre 2010

Ålidhem's Kyrkan, un'altra stanza per pensare

E' una domenica mattina.
Il cambio dell'ora legale probabilmente ci fotterà in pieno perchè il sole inizierà a tramontare alle tre e mezza.
Ma in fondo il bello è proprio questo.
Le domeniche mattina quando il sole splende per qualche ora sto così bene fuori, a passeggio da solo, che non posso resistere dal gironzolare in cerca di rivelazioni.
La rivelazione di questa domenica è stata la kyrkan del mio quartiere.
Non ero ancora stato a ficcanasarci e la cosa incredibile è che l'ho raggiunta dopo vari minuti di gironzolamento quando in effetti essa si trova a 150/200 metri dalla mia casetta, se si prende la giusta scorciatoia + ponticello.
La chiamo kyrkan perchè voglio sottolineare che un nome diverso può voler indicare a volte un concetto diverso, a prescindere dalla traduzione letterale.
Non sono assolutamente in grado di descrivere propriamente l'architettura di un qualunque edificio, perdonate le ingenuità.
Stradina in mezzo al boschetto, un po' sterrata.
A un certo punto la stradina si apre e il boschetto avvolge un campanile che pare una di quelle torrette nelle fortezze medievali, di un bel legno scuro, e a sè stante la kyrkan, come un parallelepipedo molto basso e largo, di un caldo legno rosso.
Nel campanile non so come entrare però finalmente ho localizzato il suono di campane che sento alcune mattine.
Nella chiesa entro. Prima cosa da cui rimango colpito sono le porte: sono fatte di vari assi sottilissimi di legno orizzontali con una spaziatura tra l'uno e all'altro in modo che la luce filtri. Non si ha la sensazione di lasciarsi alle spalle il mondo quando si entra, come invece avviene con le pesanti porte di legno massiccio delle chiese italiane, dopo le quali si trova buio e austerità.
Ecco pensate al buio e all'austerità e quello che troverete è esattamente l'opposto.
Innanzitutto la kyrkan non è solo l'edificio in cui si celebra la funzione e si prega, ma è accostata da una serie di altri locali in cui è possibile leggere, chiacchierare, discutere la propria spiritualità, mangiare, far giocare i bambini (tra l'altro in stanzette adorabili, mi viene voglia di tornare bambino per giocare con tutti quei giochi in quelle finte mini-foreste con alberi veri).
Ovviamente gironzolo intorno e ho l'impressione che il concetto di spiritualità sia avanti perchè ci sono bibbie in versioni più accattivanti per i ragazzi e la storia di Gesù è raccontata ai bambini in modo più diretto e vicino alla loro realtà (ad esempio c'era un percorso fotografico sul calvario dove i soggetti delle foto erano bambini appunto e scene come la derisione del più debole erano rappresentate da bambini violentemente scherniti all'uscita da scuola e fotograti coi cellulari, ecc.).
La kyrkan in sè la trovo bellissima, ma il mio è un giudizio decisamente mosso dall'amore per il legno e i colori.
Anche qui, come nella stanza per pensare, non è rappresentato un Cristo in croce, ma un arazzo immenso e colorato che lascia perlomeno più spazio a pensieri sereni; mi chiedo davvero perchè nella chiesa cristiana si ponga al centro di tutto la sofferenza immensa, non credo possa suscitare abitudini di vita progressive e liberatorie.
Sprazzi di blu corrono intorno all'alta kyrkan saltellando da un asse di legno all'altra e dalle vetrate immense filtra un senso di purezza per me quasi unico.
Questa diventerà un'altra delle mie stanze per pensare, forse una delle migliori.


sabato 30 ottobre 2010

La stanza per pensare


Questa mattina l'università è chiusa ma con la mia tessera posso entrare al Naturvetarhuset giorno e notte, tutta la settimana.
Mentre aspetto di essere raggiunto da un amico (tedesco, quindi eccezionalmente in ritardo), sistemo la mia roba al terzo piano (che per noi è il primo) sotto l'immenso tetto a vetrate (quindi posto luminosissimo per studiare), e gironzolo un po' in giro.
Rimango attratto dalla stanza "Kapell" a cui sono passato affianco più volte senza però entrare a curiosare.
Così entro e trovo una camera estremamente accogliente, con un organetto, sedie per chi si vuole sedere, puff per chi vuole stare a gambe incrociate e tappetini per chi vuole prostarsi a terra.
Tante candele intorno e tende per nascondersi dall'unica finestra.
Gli svedesi forse proprio perchè pochissimo religiosi in media, sono attentissimi a dare apertura ad ogni tipo di credo religioso.
Ma la domanda sorgerà spontanea anche in alcuni di voi: davanti A COSA si prega?
Perchè ok le sedie, i tappetini e i puff, le candele piacciono a tutti, ma questo al centro ci vuole due pezzi di legno perpendicolari, quello una statuetta grassa, e quell'altro chissà che diavoleria in direzione di una città lontana.
Quello che ho trovato al centro è stato un gradino più in alto che mettere una statuetta per ogni religione.
E' una sorta di arazzo in cui ognuno ci può vedere quello che vuole.
Io ci ho visto il mare di pensieri futili in cui siamo immersi e un grande invito a rivolgere lo sguardo verso qualcosa di più ampio, metaforicamente in alto.
E' così questa per me è diventata la stanza per pensare.


Nella stanza per pensare potete entrare anche senza una religione da professare,
vi potete sdraiare e stare ad ammirare l'arazzo che i vostri pensieri finirà per dominare.




E per far cadere il clima di spiritualità vi lascio con una piccola chicca.


sabato 23 ottobre 2010

Nordkapp, Parte 2 di 5: E' un lungo viaggio

Il viaggio è lungo, i km sono tanti.
Si continua a viaggiare, la meta è vicina.


Raccomando nuovamente schermo intero + casse

Nevica sulla mia città

Nevica sulla mia città.
La mia città è così bella che non pare vera.
Guardo alla mia finestra e gli alberi sono così belli che non paiono veri.
La notte è così luminosa quando c'è la neve sulla mia città.
La neve ruba i colori delle cose ma è generosa:
li mischia insieme e ci regala tanto bianco.
Ne basta poca, una mezza giornata solamente,
e tutto è bianco.
La neve è anche un tappeto morbido che ride scricchiolando quando lo percorriamo.
La neve è anche uno scivolo su cui far slittare via tutta la serietà eccessiva, intraprendendo qualche acrobazia infantile.
Non avevo mai fatto caso a quanto il cielo fosse bianco di notte, se nevica sulla mia città.
Nella candida neve si nasconde la speranza e il segreto.
Nella candida neve speriamo di trattenere queste emozioni così limpide e fresche per sempre, come un fiocco di neve cristallizzato per sempre.
Lo speriamo, noi ragazzi che abitiamo in questa città.
E voi? Nevica nei vostri cuori?

Nevica sulla mia città e sono così felice.

venerdì 22 ottobre 2010

Una fredda fredda mattina d'autunno

Una fredda mattina d'autunno
faceva freddo, più freddo del solito.
Ma sebbene il freddo fosse così freddo,
la luce era tanta.
Era tanta così tanta che era abbastanza
per risvegliare la curiosità
di osservare da vicino il freddo
che era così freddo.
E la neve era poca
così poca che non c'era.
Ma la neve è acqua
e l'acqua era tanta
tanta che era dappertutto
nel lago congelato nell'erba ghiacciata nelle finestre appannate.
E il freddo era così freddo
che le orme nell'erba non andavano più via
e non andavano più via così tanto
che parevano restare lì per sempre.
E il ghiaccio era così tanto
che era dappertutto
così dappertutto che era anche nelle palle da tennis.
E il freddo era così freddo
che le lastre di ghiaccio erano come vetri.
E la luce della curiosità era così abbastanza
così abbastanza che Marco voleva provare quanto il freddo fosse così freddo.
Così timidamente prese una pietra e quando c'era così poca gente
ma così poca che nessuno lo guardava
lanciò la pietra nel lago freddo
così freddo che era ghiacciato.
Ma il freddo era così freddo
ma così freddo che il lago ghiacciato non si ruppe.
E sapete qual è il bello così bello?
Che la luce della curiosità era tanta
ma così tanta ma così tanta
che affianco alla pietra di Marco
ce n'erano altre
tante ma così tante.





Nordkapp, Parte 1 di 5: Viaggiate con noi

"No no, ascolta questa, è fantastica!
Ci sono un italiano, due francesi, due canadesi, due australiani, due tedesche e un lettone..."


Grazie a Ian per le riprese HD e il montaggio d'eccezione,
raccomando tuttoschermo + casse.

domenica 17 ottobre 2010

Rapido update dalla 71-esima latitudine

Ok. Dove sono?
71° di latitudine. Decisamente a Nord.
Cosa vedo?
Il porto del villaggio in cui vorrei essere nato, essere cresciuto.
Amo questo posto.
Vorrei essere uno sperduto norvegese, isolato in quest'isola da sogno con quegli strani pinguini dal becco colorato. E le foche, i piccoli delfini, salmoni, orsi polari, renne. E la neve.
Quanta neve c'e' qua. Tanta da ricoprire il mondo.
Qua c'e' speranza.
C'e' l'approccio migliore possibile per vivere in questa immensa natura che e' tutta e noi non siamo che un granello in confronto.
Amo la pace, amo questo deserto di timide case colorate, amo tutto qui.
Ed e' un amore che sento nel profondo del mio animo.
Vorrei assorbire quanto piu' possibile di questo angolo di paradiso incontaminato.
Scogliere di trecento metri che piombano nel mare nordico, in quella stessa acqua che tocca gli iceberg della calotta polare.
Guardo questo insieme di colori tenui, naturali, puri, indigeni e sono affascinato e ammiro la purezza di una vita semplice, una vita pura e ingenua. Vita che fluisce in purezza.
La cercavo, la cercavo con tutto me stesso quando ho lasciato Torino. E ora finalmente l'ho trovata.
Il mondo e' cosi' grande.

Marco, forse futuro pescatore in Gjesvaer, Norway

venerdì 15 ottobre 2010

Der Wanderer über dem Nebelmeer

I ricchi quando sono super ricchi e hanno una collezione cromatica di Ferrari non sono felici.
Perchè c'è il loro amico più ricco che ha la collezione di Ferrari cromatica E per anno di produzione.

Così è per chi va a vivere a Umeå.
E' decisamente a Nord, ma quando si è qua se ne vuole di più.

Allora Capo Nord preparati...

... STIAMO ARRIVANDO!


P.S. La spedizione parte alle 5pm ora locale!


giovedì 14 ottobre 2010

A palle di neve contro il cielo












Giocare a palle di neve contro il cielo può rivelarsi un'impresa impossibile.
In particolare in mattinate come questa, in cui al risveglio apri le tendine e scopri che un leggero manto bianco ha ricorperto tutta la città.
E se gli inglesi dicono "it rains cats and dogs", suppongo che gli svedesi usino dire "it snows elks and reindeers".
Fioccano giù dal cielo cavalcando l'onda del vento con diametro di 2-4 cm.


E' bello svegliarsi al mattino in una boccia di vetro, quando qualcuno l'ha scossa nella notte.


Fotografare la neve mentre cade è difficile. Ho pensato di mandarvi uno shot tramite la webcam del campus.

P.s. Corro a comprare degli scarponi!

martedì 12 ottobre 2010

lunedì 11 ottobre 2010

Come organizzare una festa di successo

  • Trovare una party room gigantesca. Meglio se aggratis
  • Invitare tutte le persone più cool di Umeå (massì anche qualcuno un po' più sfigatello, per fare numero)
  • Creare un eventone su facebook e martellare gli invitati con periodicità e un briciolo di gaggia simpatia
  • Conoscere almeno due DJs turchi gioviali e con un nuovo sound system boom-boom. Meglio se aggratis
  • Martellare nuovamente gli invitati promettendo pasta e tiramisù a gogò
  • Fare la spesa al supermercato più gigantesco della città senza farsi prendere dal panico se non sapete come chiamano il mascarpone in Svezia che Emma vi ha detto di comprare.
  • Mettere dei porcellini acchiappa-soldi sul tavolone della festa per recuperare gli investimenti in kili di pasta, sugo e mascarpone. (Sì, in svedese si chiama mascarpone)
  • Rintracciare almeno 3 angiolette rigorosamente italiane che vi aiutino a cucinare per almeno 50-60 persone.
  • Smuovere ulteriormente gli invitati qualche ora prima della festa senza però ridicolizzarvi
  • Convincere un amico quantistico a spostare il sound system boom-boom prestandogli gli occhiali bianchi coi cocktail da buffone per la serata. (Rimorchiaggio duro assicurato)
  • Convincere lo stesso amico a fare da bodyguard e non fare entrare nessuno nella party room all'ora prevista in modo da far crescere la coda all'ingresso.
  • Accogliere le 100+ esaltate persone salutandole tutte e ringraziandole caldamente (tutte e 100+) per gli Happy Birthday a profusione.
  • Servire i kili di pasta ripassati nel forno e il tiramisù. Volatilizzazione prevista in un paio di minuti.
  • Scaldare il tutto con lanci di mongolfiere, ardite danze e tanta passione.
Enjoy!

sabato 9 ottobre 2010

L'arte di avvolgersi nella sciarpa

Primo giro a banda larga, stretto intorno al collo, a contatto con il colletto posteriore della felpa.
Secondo giro un po' più largo e cadente sul davanti che è piacevole alla vista e attribuisce elasticità nei movimenti rotatori.
Infilare il ciuffo rimanente all'interno dell'avvolgimento in corrispondenza del punto favorito del collo.

Vento/freddo...Tutta un'altra storia.

martedì 28 settembre 2010

...ed ecco la foto!

Come promesso...

Ricordi

Ho visto la luce (del nord).

Luce del nord, northerlight, aurora borealis, chiamatela come volete.
L'ho vista.
O meglio, era di fronte ai miei occhi.
All'inizio quando Benedicte è accorsa in cucina mentre stavo finendo di mangiare la mia banana tagliata con lo zucchero e miele, ho pensato "Ci risiamo, stavolta però ci credo".
Mica ingenuo come la scorsa volta, ho provveduto a un equipaggiamento da polo nord.
Guanti, sciarpa, cappello in pelliccia di coniglio, giacca con interno in pelo di non so che animale sintetico.
Pronto come non mai. Do di nuovo la chiamata alla guardia su facebook a tutta la troupe e via, un'altra volta "tra 10 minuti ad Ica".
Stavolta il freddo non mi ha minimamente scalfito.
Arriviamo finalmente alla postazione in mezzo al lago ("To the middle of the lake,...", ricordate?) e inizio a pensare che questa storia dell'aurora boreale sia una farloccata da drogati.
Mi dicono che ce l'ho lì davanti, proprio sopra il lago, lì a nord.
Io non vedo un bel nulla.
Poi mi concentro e distinguo una leggerissima fascia che con tanta tanta immaginazione potrebbe sembrare verde.
Ma l'aurora è davvero lì e i ragazzi che c'erano prima di noi me lo provano: mi mostrano una foto a lunga esposizione e, posso giurarvelo, l'aurora era lì.
Anche noi abbiamo fatto una foto, e l'abbiamo catturata, noi cacciatori di aurore.
Domani ve la mostrerò.
Ce ne saranno di migliori, di pazzesche nei prossimi mesi, questo era solo un aperitivo leggero.

Buonanotte

P.s. Tornando indietro c'è un porcospino che fa la guardia davanti al mio portone.
Lo inseguo e spaventato prova a nascondersi chiudendosi a palla. Mi ricorda il Pinkie-hog su cui avevo scritto una canzone qualche tempo fa. God natt

lunedì 27 settembre 2010

E finalmente sotto zero!


Questa mattina esco (o meglio corro) fuori di casa, con addosso il mio solito k-way rosso vademecum e una sorpresa mi attende: tutta i prati sono congelati!
Erano giorni che avevo uno strano sentore, quasi indispettito, come se qualcosa mancasse.
"Dov'è 'sto famoso gelo? Sono venuto a Umeå solo per crepare di freddo!", ed eccomi accontentato!

Finalmente faccio la strada (in bici ovviamente, tra l'altro oggi l'ho oleata per bene: cigola un po' meno e va un po' più veloce) per andare al campus e rimpiango una sciarpa e un paio di guanti.
-1° per una mattina di fine settembre è un discreto risultato.
Ma so che questo paesino può darmi freddissime soddisfazioni!
Si prevede di iniziare a stare tutto il giorno sotto zero nel giro di 2-3 settimane, vi terrò aggiornati.

Durata luce diurna per ora standard.

Passo e chiudo.

domenica 26 settembre 2010

Tutti frutti




Questo post non ha alcuna pretesa di coerenza/omogeneità.


Il filo conduttore sarà semplicemente "pensieri sparsi".
Ieri sera sono stato a una festa. Molti di voi sono probabilmente stati a una festa ieri sera, era sabato.
Però la mia festa era in una lavanderia.
Devo ammetterlo, gli irlandesi sanno come divertirsi.
Hanno organizzato questa festa di compleanno, il "Sander Super Sweet Underground 16th", e volevano tanta tanta gente.
Così hanno pensato di fare una festa letteralmente underground, nello scantinato in cui il nostro quartiere va a fare il bucato.
Festa riuscita, posso giurarvelo.
Pieno di corridoietti pieni di gente, tanto di DJs, giochi alcolici, gabbie, di tutto e di più.
Alcuni più a loro agio, alcuni meno.
I pakistani del quartiere, attirati da tale flusso di persone inghiottito dalle scale per la lavanderia, sono accorsi in discreto numero. Tuttavia non sapevano esattamente come comportarsi a una festa del genere e quindi stavano perlopiù con la schiena al muro con facce seriose e schioccavano le dita a tempo di musica tamarra. Ecco, ogni tanto buttavo l'occhio a queste loro mani che schioccavano a ritmo e non riuscivo a trattenere grosse risate. Decisamente dei pesci fuor d'acqua.

Gente sparsa + corridoietto della lavanderia
  
 Scrivo alla mia finestra e la vista è decisamente ispiratrice.
Una serie di nuvole rosa danzerellano sopra il boschetto.
Ho provato a fare una foto ma non mantiene la suggestività del paesaggio che ho davanti.



Altra foto scattata un'oretta fa.Tra un mese ne faccio un'altra, forse vedrete già un po' di neve. L'autunno sta prendendo il passo con passo rapido.



Sto imparando a cucinare il salmone.(Che ci vorrai mai a cucinare il salmone? Niente, però la prima volta l'ho bruciato. Ora sto facendo qualche passo avanti.)


 Quando l'università di Torino mi scrive che per un miracolo divino sono riusciti a confermarmi la borsa Erasmus, quando la facoltà di Fisica non ha i soldi per le fotocopie, qui a Umeå quando passa un artista in città lo invitano nel campus e a pranzo ci becchiamo un concertazzo jazz-blues-quelchecapita aggratis.






I venerdì pomeriggio sono magici. Alle 4 in punto finiamo la correzione dei problemi bonus di M.Q. e in meno di un minuto sono sulla mia bici, destinazione ignota.
Lo scorso venerdì sono finito a godermi la meritata libertà del weekend lungo il fiume.
Un'enorme mano sbucava dall'acqua per indicarmi la via del delirio. L'ho fotograta perchè altrimenti nessuno mi avrebbe creduto!


 
Pizza surgelata, un bestseller del sabato sera quando torni a casa e c'hai una fame nera.
Recentemente ho appreso l'elevata arte della cucina dei noodles.
Poca acqua in un pentolino, li cacci dentro con tanto di spezie e in 3 minuti sei appagato.
Dal campus a downtown



Sui dolci gli svedesi viaggiano abbastanza.
Difficilmente se mi fermo a studiare nel MIT Building al pomeriggio riesco a resistere dal comprarmi un dolcetto.
Ma guardate questa ranocchietta, non è semplicemente meravigliosa?






 Ah, infine.
Questo è stato il risultato della famosa spedizione aurora.




Hej då