domenica 31 ottobre 2010

Ålidhem's Kyrkan, un'altra stanza per pensare

E' una domenica mattina.
Il cambio dell'ora legale probabilmente ci fotterà in pieno perchè il sole inizierà a tramontare alle tre e mezza.
Ma in fondo il bello è proprio questo.
Le domeniche mattina quando il sole splende per qualche ora sto così bene fuori, a passeggio da solo, che non posso resistere dal gironzolare in cerca di rivelazioni.
La rivelazione di questa domenica è stata la kyrkan del mio quartiere.
Non ero ancora stato a ficcanasarci e la cosa incredibile è che l'ho raggiunta dopo vari minuti di gironzolamento quando in effetti essa si trova a 150/200 metri dalla mia casetta, se si prende la giusta scorciatoia + ponticello.
La chiamo kyrkan perchè voglio sottolineare che un nome diverso può voler indicare a volte un concetto diverso, a prescindere dalla traduzione letterale.
Non sono assolutamente in grado di descrivere propriamente l'architettura di un qualunque edificio, perdonate le ingenuità.
Stradina in mezzo al boschetto, un po' sterrata.
A un certo punto la stradina si apre e il boschetto avvolge un campanile che pare una di quelle torrette nelle fortezze medievali, di un bel legno scuro, e a sè stante la kyrkan, come un parallelepipedo molto basso e largo, di un caldo legno rosso.
Nel campanile non so come entrare però finalmente ho localizzato il suono di campane che sento alcune mattine.
Nella chiesa entro. Prima cosa da cui rimango colpito sono le porte: sono fatte di vari assi sottilissimi di legno orizzontali con una spaziatura tra l'uno e all'altro in modo che la luce filtri. Non si ha la sensazione di lasciarsi alle spalle il mondo quando si entra, come invece avviene con le pesanti porte di legno massiccio delle chiese italiane, dopo le quali si trova buio e austerità.
Ecco pensate al buio e all'austerità e quello che troverete è esattamente l'opposto.
Innanzitutto la kyrkan non è solo l'edificio in cui si celebra la funzione e si prega, ma è accostata da una serie di altri locali in cui è possibile leggere, chiacchierare, discutere la propria spiritualità, mangiare, far giocare i bambini (tra l'altro in stanzette adorabili, mi viene voglia di tornare bambino per giocare con tutti quei giochi in quelle finte mini-foreste con alberi veri).
Ovviamente gironzolo intorno e ho l'impressione che il concetto di spiritualità sia avanti perchè ci sono bibbie in versioni più accattivanti per i ragazzi e la storia di Gesù è raccontata ai bambini in modo più diretto e vicino alla loro realtà (ad esempio c'era un percorso fotografico sul calvario dove i soggetti delle foto erano bambini appunto e scene come la derisione del più debole erano rappresentate da bambini violentemente scherniti all'uscita da scuola e fotograti coi cellulari, ecc.).
La kyrkan in sè la trovo bellissima, ma il mio è un giudizio decisamente mosso dall'amore per il legno e i colori.
Anche qui, come nella stanza per pensare, non è rappresentato un Cristo in croce, ma un arazzo immenso e colorato che lascia perlomeno più spazio a pensieri sereni; mi chiedo davvero perchè nella chiesa cristiana si ponga al centro di tutto la sofferenza immensa, non credo possa suscitare abitudini di vita progressive e liberatorie.
Sprazzi di blu corrono intorno all'alta kyrkan saltellando da un asse di legno all'altra e dalle vetrate immense filtra un senso di purezza per me quasi unico.
Questa diventerà un'altra delle mie stanze per pensare, forse una delle migliori.


sabato 30 ottobre 2010

La stanza per pensare


Questa mattina l'università è chiusa ma con la mia tessera posso entrare al Naturvetarhuset giorno e notte, tutta la settimana.
Mentre aspetto di essere raggiunto da un amico (tedesco, quindi eccezionalmente in ritardo), sistemo la mia roba al terzo piano (che per noi è il primo) sotto l'immenso tetto a vetrate (quindi posto luminosissimo per studiare), e gironzolo un po' in giro.
Rimango attratto dalla stanza "Kapell" a cui sono passato affianco più volte senza però entrare a curiosare.
Così entro e trovo una camera estremamente accogliente, con un organetto, sedie per chi si vuole sedere, puff per chi vuole stare a gambe incrociate e tappetini per chi vuole prostarsi a terra.
Tante candele intorno e tende per nascondersi dall'unica finestra.
Gli svedesi forse proprio perchè pochissimo religiosi in media, sono attentissimi a dare apertura ad ogni tipo di credo religioso.
Ma la domanda sorgerà spontanea anche in alcuni di voi: davanti A COSA si prega?
Perchè ok le sedie, i tappetini e i puff, le candele piacciono a tutti, ma questo al centro ci vuole due pezzi di legno perpendicolari, quello una statuetta grassa, e quell'altro chissà che diavoleria in direzione di una città lontana.
Quello che ho trovato al centro è stato un gradino più in alto che mettere una statuetta per ogni religione.
E' una sorta di arazzo in cui ognuno ci può vedere quello che vuole.
Io ci ho visto il mare di pensieri futili in cui siamo immersi e un grande invito a rivolgere lo sguardo verso qualcosa di più ampio, metaforicamente in alto.
E' così questa per me è diventata la stanza per pensare.


Nella stanza per pensare potete entrare anche senza una religione da professare,
vi potete sdraiare e stare ad ammirare l'arazzo che i vostri pensieri finirà per dominare.




E per far cadere il clima di spiritualità vi lascio con una piccola chicca.


sabato 23 ottobre 2010

Nordkapp, Parte 2 di 5: E' un lungo viaggio

Il viaggio è lungo, i km sono tanti.
Si continua a viaggiare, la meta è vicina.


Raccomando nuovamente schermo intero + casse

Nevica sulla mia città

Nevica sulla mia città.
La mia città è così bella che non pare vera.
Guardo alla mia finestra e gli alberi sono così belli che non paiono veri.
La notte è così luminosa quando c'è la neve sulla mia città.
La neve ruba i colori delle cose ma è generosa:
li mischia insieme e ci regala tanto bianco.
Ne basta poca, una mezza giornata solamente,
e tutto è bianco.
La neve è anche un tappeto morbido che ride scricchiolando quando lo percorriamo.
La neve è anche uno scivolo su cui far slittare via tutta la serietà eccessiva, intraprendendo qualche acrobazia infantile.
Non avevo mai fatto caso a quanto il cielo fosse bianco di notte, se nevica sulla mia città.
Nella candida neve si nasconde la speranza e il segreto.
Nella candida neve speriamo di trattenere queste emozioni così limpide e fresche per sempre, come un fiocco di neve cristallizzato per sempre.
Lo speriamo, noi ragazzi che abitiamo in questa città.
E voi? Nevica nei vostri cuori?

Nevica sulla mia città e sono così felice.

venerdì 22 ottobre 2010

Una fredda fredda mattina d'autunno

Una fredda mattina d'autunno
faceva freddo, più freddo del solito.
Ma sebbene il freddo fosse così freddo,
la luce era tanta.
Era tanta così tanta che era abbastanza
per risvegliare la curiosità
di osservare da vicino il freddo
che era così freddo.
E la neve era poca
così poca che non c'era.
Ma la neve è acqua
e l'acqua era tanta
tanta che era dappertutto
nel lago congelato nell'erba ghiacciata nelle finestre appannate.
E il freddo era così freddo
che le orme nell'erba non andavano più via
e non andavano più via così tanto
che parevano restare lì per sempre.
E il ghiaccio era così tanto
che era dappertutto
così dappertutto che era anche nelle palle da tennis.
E il freddo era così freddo
che le lastre di ghiaccio erano come vetri.
E la luce della curiosità era così abbastanza
così abbastanza che Marco voleva provare quanto il freddo fosse così freddo.
Così timidamente prese una pietra e quando c'era così poca gente
ma così poca che nessuno lo guardava
lanciò la pietra nel lago freddo
così freddo che era ghiacciato.
Ma il freddo era così freddo
ma così freddo che il lago ghiacciato non si ruppe.
E sapete qual è il bello così bello?
Che la luce della curiosità era tanta
ma così tanta ma così tanta
che affianco alla pietra di Marco
ce n'erano altre
tante ma così tante.





Nordkapp, Parte 1 di 5: Viaggiate con noi

"No no, ascolta questa, è fantastica!
Ci sono un italiano, due francesi, due canadesi, due australiani, due tedesche e un lettone..."


Grazie a Ian per le riprese HD e il montaggio d'eccezione,
raccomando tuttoschermo + casse.

domenica 17 ottobre 2010

Rapido update dalla 71-esima latitudine

Ok. Dove sono?
71° di latitudine. Decisamente a Nord.
Cosa vedo?
Il porto del villaggio in cui vorrei essere nato, essere cresciuto.
Amo questo posto.
Vorrei essere uno sperduto norvegese, isolato in quest'isola da sogno con quegli strani pinguini dal becco colorato. E le foche, i piccoli delfini, salmoni, orsi polari, renne. E la neve.
Quanta neve c'e' qua. Tanta da ricoprire il mondo.
Qua c'e' speranza.
C'e' l'approccio migliore possibile per vivere in questa immensa natura che e' tutta e noi non siamo che un granello in confronto.
Amo la pace, amo questo deserto di timide case colorate, amo tutto qui.
Ed e' un amore che sento nel profondo del mio animo.
Vorrei assorbire quanto piu' possibile di questo angolo di paradiso incontaminato.
Scogliere di trecento metri che piombano nel mare nordico, in quella stessa acqua che tocca gli iceberg della calotta polare.
Guardo questo insieme di colori tenui, naturali, puri, indigeni e sono affascinato e ammiro la purezza di una vita semplice, una vita pura e ingenua. Vita che fluisce in purezza.
La cercavo, la cercavo con tutto me stesso quando ho lasciato Torino. E ora finalmente l'ho trovata.
Il mondo e' cosi' grande.

Marco, forse futuro pescatore in Gjesvaer, Norway

venerdì 15 ottobre 2010

Der Wanderer über dem Nebelmeer

I ricchi quando sono super ricchi e hanno una collezione cromatica di Ferrari non sono felici.
Perchè c'è il loro amico più ricco che ha la collezione di Ferrari cromatica E per anno di produzione.

Così è per chi va a vivere a Umeå.
E' decisamente a Nord, ma quando si è qua se ne vuole di più.

Allora Capo Nord preparati...

... STIAMO ARRIVANDO!


P.S. La spedizione parte alle 5pm ora locale!


giovedì 14 ottobre 2010

A palle di neve contro il cielo












Giocare a palle di neve contro il cielo può rivelarsi un'impresa impossibile.
In particolare in mattinate come questa, in cui al risveglio apri le tendine e scopri che un leggero manto bianco ha ricorperto tutta la città.
E se gli inglesi dicono "it rains cats and dogs", suppongo che gli svedesi usino dire "it snows elks and reindeers".
Fioccano giù dal cielo cavalcando l'onda del vento con diametro di 2-4 cm.


E' bello svegliarsi al mattino in una boccia di vetro, quando qualcuno l'ha scossa nella notte.


Fotografare la neve mentre cade è difficile. Ho pensato di mandarvi uno shot tramite la webcam del campus.

P.s. Corro a comprare degli scarponi!

martedì 12 ottobre 2010

lunedì 11 ottobre 2010

Come organizzare una festa di successo

  • Trovare una party room gigantesca. Meglio se aggratis
  • Invitare tutte le persone più cool di Umeå (massì anche qualcuno un po' più sfigatello, per fare numero)
  • Creare un eventone su facebook e martellare gli invitati con periodicità e un briciolo di gaggia simpatia
  • Conoscere almeno due DJs turchi gioviali e con un nuovo sound system boom-boom. Meglio se aggratis
  • Martellare nuovamente gli invitati promettendo pasta e tiramisù a gogò
  • Fare la spesa al supermercato più gigantesco della città senza farsi prendere dal panico se non sapete come chiamano il mascarpone in Svezia che Emma vi ha detto di comprare.
  • Mettere dei porcellini acchiappa-soldi sul tavolone della festa per recuperare gli investimenti in kili di pasta, sugo e mascarpone. (Sì, in svedese si chiama mascarpone)
  • Rintracciare almeno 3 angiolette rigorosamente italiane che vi aiutino a cucinare per almeno 50-60 persone.
  • Smuovere ulteriormente gli invitati qualche ora prima della festa senza però ridicolizzarvi
  • Convincere un amico quantistico a spostare il sound system boom-boom prestandogli gli occhiali bianchi coi cocktail da buffone per la serata. (Rimorchiaggio duro assicurato)
  • Convincere lo stesso amico a fare da bodyguard e non fare entrare nessuno nella party room all'ora prevista in modo da far crescere la coda all'ingresso.
  • Accogliere le 100+ esaltate persone salutandole tutte e ringraziandole caldamente (tutte e 100+) per gli Happy Birthday a profusione.
  • Servire i kili di pasta ripassati nel forno e il tiramisù. Volatilizzazione prevista in un paio di minuti.
  • Scaldare il tutto con lanci di mongolfiere, ardite danze e tanta passione.
Enjoy!

sabato 9 ottobre 2010

L'arte di avvolgersi nella sciarpa

Primo giro a banda larga, stretto intorno al collo, a contatto con il colletto posteriore della felpa.
Secondo giro un po' più largo e cadente sul davanti che è piacevole alla vista e attribuisce elasticità nei movimenti rotatori.
Infilare il ciuffo rimanente all'interno dell'avvolgimento in corrispondenza del punto favorito del collo.

Vento/freddo...Tutta un'altra storia.