domenica 13 febbraio 2011

Kiruna

Treno
 con un vagone ristorante blu, in legno e velluto, eleganti abat-jours ad ogni tavolino.

67° 51' 00'' N
 Stop.

"Hej!"
 il caloroso benvenuto al corso di Arctic Sciences di Carol.

Neve
 quanta neve...

Cielo
 colori incredibili, teatro di fenomeni ottici mirabolanti, sun dogs, mother-of-pearl clouds, aurore.

Compagni
 brillanti, stimolanti, diversi, felici di condividere fornelli, freddo e risate.

Kiruna
 un altro colore luminoso che s'aggiunge alla mia tavolozza.

Ritorno
 e il mio cuore sorride.





































domenica 6 febbraio 2011

"D" come domenica e divano

Certe domeniche sono terribili.
Penso che in parte la gente ami il sabato sera perchè poi finisce che la mattina ci si sveglia tardi e la domenica è più corta.
Parlo di quelle domeniche polverose e opache nella testa, dove i pensieri si affossano uno sull'altro e vorremmo solo dormire per staccare il cervello ed evitare di far funzionare gli ingranaggi.
Vivere da soli è un'esperienza costruttiva/distruttiva perchè ci si trova ad affrontare la solitudine.
Molte persone la evitano perchè la solitudine è una forza che ci scava dentro, che ci mette allo specchio davanti a noi stessi e ci mostra chi siamo veramente, con tutte le nostre paure, insicurezze e aspirazioni non omologate.
La solitudine ci spaventa talmente tanto, ha un tale potere di distruggere la nostra palafitta tremolante sull'acqua stagnante, che per evitarla ci riempiamo di impegni, ben oltre il necessario, ci costruiamo una vita intera all'inseguimento di obiettivi fluttuanti e fuggevoli come miraggi, che come fai un passo loro sono altrettanto più in là.
Ma in alcune domeniche pomeriggio quell'insoddisfazione, quella consapevolezza dell'artificiosità di certi nostri comportamenti, viene fuori, confusa, come una voce che parla dietro una parete d'acqua.
Non capiamo bene cosa il nostro io genuino stia cercando di comunicare al nostro io plasmatosi nel mondo esterno, anzi dal mondo esterno, però avvertiamo che qualcosa non va.
E non per questo siamo disposti ad affrontarlo, anzi.
Proviamo a distrarci, a lasciare sballottare la nostra scialuppa nel mare del nulla, nei social networks con gli I like, nelle chat, nella tv che vediamo e non guardiamo, in biascichi di chiacchiere sul nulla, in sonnellini non necessari e nauseanti, magari ci compriamo anche qualcosa, per darci il giocattolo della giornata su cui imbambolarci.
Ascoltare quella vocina è terribilmente difficile.
Perchè significa metterci in discussione, pensare davvero, sfornare pensieri nuovi e non gli algoritmi quotidiani che ci richiedono una capacità di concentrazione minima.
Però il principio della felicità, della serenità e della consapevolezza sta nel tendere l'orecchio in quel momento.
Dobbiamo porci domande e provare a dare risposte senza paura di umiliare il burattino che muoviamo agli occhi degli altri.
Può essere umiliante ma è assurdo vergognarsi di se stessi.
Se non ci accettiamo con le nostre debolezze, non potremo mai essere genuini nei rapporti col mondo esterno e da questo avremo solo da perdere, perchè il castello di carte trabiccolante un giorno crollerà.
Oppure sarà un castelletto di un solo piano.

Oggi ho fatto un grande acquisto per la mia reggia, un divano.
300SEK che cambiano sensibilmente la qualità della vita quotidiana.
L'avrei comprato prima ma non avevo ancora trovato modo di trasportarlo fino a caso: oggi un carretto e un insistente ma altrettanto sorridente venditore del Bangladesh mi hanno aiutato nell'impresa.
I comfort di un divano li ho sempre sottovalutati. Ora penso che sia necessario pressapoco quanto un letto. Forse un giorno ci dedicherò un omaggio.
Però ecco, quello che credo di aver capito vivendo per la prima volta da solo, ma magari sono semplicemente ingenuità, è che non conta niente quale divano, il colore, il materiale, quello fa una parte minuscola della felicità, ciò che davvero ha importanza è l'avere un divano, è irrilevante che sia di seconda mano e pacchiano quando non ne hai avuto uno per cinque mesi.
Evviva il concetto di divano!


P.S. Alle 5 am di martedì parto per Kiruna, per un meeting intensivo del corso di Arctic Sciences.
In questi giorni sto iniziando a studiare i fiocchi di neve per un primo compito che ci hanno assegnato e sono meravigliosi.
Questo è più o meno quello che farò, a giudicare dalla carta prevedo che sarà un'esperienza incredibile:
http://www.irf.se/~carol/winter/



http://www.its.caltech.edu/~atomic/snowcrystals/photos/photos.htm


P.P.S. Sandro, hai visto che alla fine ho scritto? Ne approfitto tra l'altro per fare un ringraziamento in mondovisione: quando due anni fa mi suggeristi di andare a fare un salto in Svezia a fine estate per venire a dare una sbirciata, mi desti un consiglio fondamentale. Non fossi venuto qua in quella fine d'estate avrei probabilmente fatto domanda a Bristol, città per la quale hanno tolto l'accordo quest'anno, dopo che hanno accettato le domande: quindi sarei finito chissà dove, in Turchia forse (e poi chi lo dice, magari lì..chissà). Beh, e ora che hai accolto con entusiasmo la mia idea di fare il master a Losanna, insomma è un piacere avere il tuo appoggio; magari anche là in Svizzera mi andrà altrettanto bene. Si può dire che i padrini servano a qualcosa.



A presto