lunedì 13 settembre 2010

Lettera a una docente di Fisica di Torino sul progetto "Campus Grugliasco"

 Caro Marco,
ho interagito con Pozzi per la questione "Campus Grugliasco". Allego qui sotto parte dei mail che ho inviato a lui con le mie idee su come "sfruttare" la vostra esperienza al Nord per proporre alla commissione edilizia di Fisica una serie di suggerimenti che corrispondano ai desiderata degli studenti.


Ecco qui sotto quanto ho scritto a Luciano, grazie in anticipo, buono studio e buon divertimento

stefania


Sulla vita universitaria sarei interessata a raccogliere qualche dato, specificamente riguardo al rapporto docenti/studenti e aule-posti a sedere/studenti. Infatti il progetto di Grugliasco prevede un numero di posti a sedere nelle aule ridotto del 30% rispetto al numero di studenti iscritti in quanto si sostiene che il 30% degli studenti non segue. Questo e' vero solo in parte e in particolare non e' vero a scienze, dove il tasso di frequenza dal II anno in avanti sfiora il 90%.
Inoltre mi piacerebbe avere un'idea di quali sono gli esercizi commerciali che ruotano attorno al Campus (bar-ristoranti, fotocopisterie, negozi, ???) visto che molto spazio sara' riservato ad essi. Come dicevo io avrei aggiuto anche sale prove musica (attirerebbero studenti anche di altre facolta', visto che sono poche) e magari un foyer a basso costo per erasmus o dottorandi esterni.




Ciao Stefania,

rispondo molto volentieri alle tue domande e anzi, se la questione prendesse una piega ufficiale, sarei felice di usare parte del mio tempo dedicato alle feste per fungere da referente della situazione qua a Umeå.

Voglio iniziare proprio dal rapporto docenti-studenti.
Come noti ora accolgo il tuo precedente invito a darti del tu, perchè qui è la norma e ne ho osservato molti vantaggi.
In classe ci rivolgiamo sempre al Professore con il suo nome, ad esempio frasi come "Jorgen, scusami, puoi ripetere quest'ultima parte? Non ci ho capito un granchè" si sentono ogni giorno e aiutano INCREDIBILMENTE a rompere il muro di formalità che sussiste tra lavagna e banchi.
Muro che a mio parere è anche ostacolo a una conoscenza più elastica e spontanea.
Nei pomeriggi in cui risolvo i problemi della settimana (che danno punti bonus per l'esame, sistema che incentiva MOLTISSIMO gli studenti a tenere un ritmo di studio regolare e quindi una conoscenza della materia più approfondita e a lungo termine) vado spesso negli uffici dei professori (senza appuntamento) per chiarire i miei dubbi e non ho mai la sensazione di disturbare una persona importante.
Capita che nei break il professore si sieda al tuo tavolo e prenda un caffè con te chiacchierando di tunnelling quantistico. Capita.
E forse sarà il mio entusiasmo per questa nuova esperienza, ma mi sento estremamente a mio agio con questo modo di studiare e studio di più che a Torino. E più volentieri.
Per seguire un corso bisogna essere iscritti e accettati (alcune settimane prima dell'inizio del corso stesso): in questo modo si ha la garanzia di avere posti a sedere e ricevere le dispense del corso/vari materiali.
La burocrazia è considerata seriamente dagli studenti e per questo motivo funziona particolarmente bene.
E' incentivato il lavoro in gruppo e a progetti e gli esami sono focalizzati sul problem solving.
Ad esempio il mio esame di QM durerà 6 ore dalle 16 alle 22 e consisterà solamente in problemi da risolvere (alcuni più teorici, in modo da verificare anche la conoscenza della teoria).
Per la mia esperienza personale ritengo che molti esami a Torino prevedano grossi carichi di studio quasi mnemonico di teoria e scritti molto semplici e meccanici. Sicuramente gli studenti escono da Unito con un ottimo bagaglio teorico ma scarsa manualità pratica coi problemi.
Questa è solo una mia opinione, che può tranquillamente non essere condivisa.
Per quanto riguarda il discorso relativo alle strutture universitarie il paragone con Torino non sussiste.
Allego qui di seguito link a un rapido sommario del campus:
http://www.umu.se/english/about-umu/campus-maps/campus-umea

Le strutture sono continuamente aggiornate, tenute pulite, perfettamente organizzate e…BELLE.
Questo fa la differenza per la vita (parliamo di 1/3 in media delle nostre giornate passate nel campus) di uno studente/docente.
Vivere in un posto che oltre ad essere funzionale è anche piacevole rende il soggiorno nel campus gradito e di conseguenza la didattica funziona.
Non parlo di lusso sfrenato ma semplicemente qua e là qualche bella,semplice opera d'arte/design che colora il contesto.
E molte molte poltrone/divani, di diverse forme e rivestimenti, tavoli, e posti di discussione.
Oggi alle 14 tornavo dalla città avendo un appuntamento alle 17.15. Mi sono chiesto se andare a casa o nel campus e ho scelto di andare nel campus. Pur essendo stanco.
Si hanno tutte le comodità necessarie.
Bar molto molto belli (quello centrale Lindellhallen è su pianta circolare al primo piano e le pareti dell'edificio sono un immenso murales dipinto dall'artista Lindell), aule studio che a Torino NON HO MAI VISTO.
Per i due anni che ho studiato a Torino sono stato innamorato della biblioteca di Palazzo Campana, era il posto in cui preferivo studiare in assoluto e poi era bellina.
Ma qua non c'è nulla di paragonabile, è tutto di un notevole livello superiore.
Se dovesse venire vedrà di persona, a descrivere è difficile rendere l'idea.
Parlando dei servizi che si trovano nel campus elenco alcuni di quelli che ho già visto: libreria accademica, biblioteca con sistema di prestito elettronico-faidate, sale studio (ovunque, in piccole stanze per studi di gruppo, in grande stanze, semi-silenziose e totalmente silenziose, stanze di lettura), parrucchiere (!), 3 ristoranti, molti bar (credo 6) alcuni gestiti da studenti e quindi a prezzi bassissimi (zero speculazione sugli studenti, in generale), sale prove (solo per studenti dell'istituto di musica),centro sportivo (uno dei più grandi d'Europa,davvero pazzesco!), cartoleria, student unions (case di ritrovo per studenti), tantissime aule informatiche, farmacia, mini-market, atm,copisterie e non so se ho detto tutto. Comunque difficilmente si ha un motivo per uscire dal campus.

Spero che la mia recensione non appaia come scritta da un esaltato pazzo: sono davvero rimasto shockato, e veramente per me non sussiste il paragone.
Nonostante questo ho cercato di essere il più obiettivo possibile.

Credo comunque che non sia sufficiente descrivere a distanza un posto funzionale e accogliente come questo campus: se conosce qualcuno dei responsabili del progetto li inviti caldamente a venire a vedere coi loro occhi, io mi rendo disponibile per fare da guida.

Magari a Torino i fondi non sono gli stessi che hanno impiegato qua ad Umeå, ma penso che sperimentare una concezione diversa della vita universitaria possa portare a creare una struttura che sia d'esempio per il nostro Paese.

A presto,

Marco

1 commento:

  1. :-) Penso che non faranno più il campus qua; faranno la solita oscena speculazione edilizia. No perché a livello di pensiero si potrebbe anche credere di riuscirci, facendo un bel salto culturale in avanti.
    Peccato che silvio c'è. E con silvio intendo la pochezza ed il vuoto intellettivo della società italiana che in Silvio e da Silvio é ben personificato. Cordiali saluti dal prossimo che se ne andrà dal paese della cultura e dell'arte.

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